Dai primati nella sostenibilità alla leadership nella qualità, dai record nella sicurezza alimentare al boom del biologico, l’agricoltura italiana è oggi la più green d’Europa, con una crescita che ne alimenta il successo in tutto il mondo. E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti/Symbola diffusa in occasione della presentazione del Rapporto Greenitaly.
L’Italia è ai vertici mondiali per aree coltivate a biologico – ricorda Coldiretti – con 1,95 milioni di ettari nel 2018 pari al 15,5% della superficie agricola ma è anche leader globale nelle produzioni di qualità con 5.155 prodotti agroalimentari tradizionali e con il 20% in più di prodotti a denominazione di origine (Dop, Igp e Stg) rispetto alla Francia e il 147% in più di quelli registrati dalla Spagna. Il Belpaese – continua Coldiretti – è da record anche per quanto riguarda la sicurezza alimentare. Fra i cinque stati europei più importanti dal punto di vista agricolo, l’Italia è, infatti, quello con il minor numero di prodotti con residui chimici oltre i limiti di legge con appena lo 0,8% del totale contro l’1,3% della media Ue o il 5,5% dei prodotti extracomunitari.
L’agricoltura italiana è inoltre tra le più sostenibili – prosegue Coldiretti – con appena il 7,2% di tutte le emissioni a livello nazionale con un trend in calo del -1% dal 2012 rispetto alla crescita registrata invece in Francia (+0,85%) Germania (+2,11%), Regno Unito (+2,29%) e con il record negativo della Spagna (+10,55%). E il Paese, secondo l’analisi Coldiretti/Symbola, può vantare risultati importanti anche nel campo dell’economia circolare e delle energie rinnovabili visto che l’Italia con 822.301 impianti fotovoltaici nel 2018 per una potenza totale di 20.108 MW ha il primato europeo di consumi energetici da rinnovabili con il 18,3% del totale contro il 17,5% della Spagna o il 15,5% della Germania ed è anche il quarto produttore mondiale di biogas con oltre duemila impianti in attività di cui 3 su 4 alimentati da residui di origine agricola.
L’Italia è la nazione con il maggior numero di giovani agricoltori: 57.621 imprese nel 2018, in aumento del 4,1% rispetto al 2018. I consumatori (59%) sono certi delle opportunità di lavoro che possono derivare secondariamente da uno sviluppo sostenibile dell’economia tricolore.
A tal proposito, è importante ricordare che acquistare a “chilometro zero” non significa soltanto risollevare un tipo di approccio aziendale di natura locale, ma anche limitare le emissioni ambientali derivanti dallo spostamento della merce, senza dimenticare la consapevolezza di portare sulla propria tavola materie prime regionali e non trattate chimicamente. In aggiunta, l’ecosostenibilità di tale approccio permette di difendere una biodiversità che troppo spesso viene schiacciata sotto il peso della produzione intensiva.
I passi concreti che i prodotti biologici hanno garantito negli ultimi anni, dunque, sono il punto di partenza da cui partire per una nuova era di consumo, che possa essere più rispettosa e attenta alle esigenze della nostra società.
Agricoltura biologica, Nutriviva