Alimentazione e patologie neurodegenerative
Il 21 Settembre 2021 è stata la giornata mondiale dell’Alzheimer. Si tratta di una giornata istituita nel 1994 dall’OMS e dall’Alzheimer Desease International, allo scopo di sensibilizzare e creare una coscienza pubblica sugli enormi problemi provocati da questa malattia.
Le malattie neurodegenerative sono sempre più diffuse, specie nel mondo occidentale. In particolare, i malati di Alzheimer e di demenza oggi sono 36 milioni nel mondo, un milione nel nostro Paese; questi dati sono destinati ad aumentare drammaticamente nel giro di pochi anni.
Le patologie neurodegenerative riguardano il sistema nervoso centrale e comportano una perdita progressiva delle funzioni o la morte selettiva e progressiva delle cellule nervose, con conseguenze cognitive, motorie e comportamentali. Queste condizioni patologiche sono precedute da una lunga fase pre-clinica, durante la quale è possibile agire, anche attraverso l’alimentazione, al solo scopo di prevenire l’insorgenza o rallentare la progressione della malattia.
Tuttavia, è importante sottolineare che l’alimentazione non è intesa come terapia alla condizione patologica stessa; bensì, attraverso gli alimenti possiamo migliorare la qualità di vita del paziente e prevenire la progressione o il peggioramento dei sintomi della malattia nel tempo.
Studi recenti hanno evidenziato che un’alimentazione povera di grassi, ma ricca di fibra e di antiossidanti, sia un fattore protettivo nei riguardi delle patologie neurodegenerative. Molto importanti sono anche i grassi insaturi, contenuti ad esempio nell’olio extravergine d’oliva, uno degli alimenti cardine della dieta mediterranea.
Gli accorgimenti dietetici principali riguardano la riduzione del consumo degli zuccheri semplici, specie nei casi in cui il paziente presenti anche insulino-resistenza e/o diabete mellito tipo 2; limitare i grassi saturi, ridurre al minimo il consumo dei grassi trans e preferire i grassi insaturi (olio d’oliva) e gli acidi grassi omega-3 (pesce azzurro, noci, semi oleosi…); tenere sotto controllo la salute del microbiota intestinale; monitorare i valori di omocisteina, vitamina D e le vitamine del gruppo B; approfondire la funzionalità tiroidea; ridurre lo stress, migliorare la qualità del sonno; fare esercizio fisico e stimolare la funzione cerebrale.
Concludo prendendo in prestito le parole di Ippocrate, padre della medicina:
“Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo”.
Alimentazione e patologie neurodegenerative. Dott.ssa Mariarosaria Pepe Nutrizionista