Alimentazione ed Endometriosi
Insieme alla PCOS (Sindrome dell’ovaio policistico), l’endometriosi è tra le cause più frequenti di limitazione alla fertilità femminile. Si tratta di un accumulo di cellule endometriali al di fuori della sede classica (ossia dell’utero).
Per quanto riguarda la sua incidenza, colpisce almeno 1 donna su 10 (tuttavia le stime sono al ribasso poichè è spesso sottodiagnosticata e in altri casi la diagnosi è tardiva.
I sintomi possono essere molto sfumati: talvolta possono essere molto intensi ed anche invalidanti come intensità (il segnale tipico è la forte dolorabilità durante il ciclo- pazienti allettate che hanno anche vomito, nausea, dissenteria, non riescono a condurre una vita quotidiana normale nei primi due giorni del ciclo. Talvolta possono avere un’ovulazione molto dolorosa oppure avere dei cicli abbondanti.
L’endometriosi può essere di 3 tipi:
- ESTERNA PELVICA (si localizza sul peritoneo pelvico o negli organi pelvici- ovaie, legamenti uterini, setto retto-vaginale, vescica e tube);
- ENDOMETRIOSI DI ORGANO /TESSUTO: si localizza al di fuori del peritoneo (si può avere endometriosi anche a livello polmonare);
- ADENOMIOSI: presenza di tessuto endometriale all’interno dell’utero, nello spessore del miometrio (spesso viene riconosciuta solo nel momento del parto d’urgenza).
L’endometriosi è una patologia tipica dell’età fertile che risente dei ritmi ormonali di secrezione dei livelli di estrogeni e di progesterone. Le cause non sono ancora chiarite ma tra quelle più probabili si reputa che possa essere una patologia a genesi autoimmune o predisposizione congenita. Un’altra ipotesi associa, invece, l’endometriosi a disseminazione chirurgica in pazienti che abbiano subito operazioni chirurgiche a livello pelvico.
Gli obiettivi della dieta nel trattamento dell’endometriosi sono fondamentalmente due: fornire i principi di una dieta antinfiammatoria, che permette di migliorare la produzione di citochine antinfiammatorie ed in secondo luogo il miglioramento del quadro sintomatologico e quindi soprattutto della dolorabilità pelvica.
Tra gli obiettivi, inoltre, vi deve essere il miglioramento del quadro di stanchezza cronica e dei sintomi legati a colon irritabile. E’ importante chiarire che la dieta non causa l’endometriosi, non riduce l’endometriosi o il rischio di sviluppare endometriosi: essa permette, invece, di ridurre i sintomi legati all’infiammazione da endometriosi o di aumentarli.
Una dieta molto sbilanciata (come la tipica western-diet) con molti zuccheri, molti carboidrati, un rapporto omega 3-omega 6 in netto favore degli omega-6 va ad aumentare la dolorabilità da endometriosi, così come un eccessivo consumo di carne rossa, di caffè, di alcolici ed una tipologia di grassi che non sia favorevole a livello antinfiammatorio.
Viceversa, riducono la dolorabilità il consumo di frutta e verdura, gli alimenti ricchi in calcio, la vitamina D e l’integrazione di omega-3. Uno studio del 2018, però, ha rilevato un’influenza positiva della beta-criptoxantina contenuta negli agrumi nella prevenzione del rischio di endometriosi, in termini di dolorabilità. In questo studio viene sottolineato per la prima volta che, in contrasto con quanto fino ad allora si era ipotizzato, il consumo di frutta e verdura può esacerbare i dolori correlati ad endometriosi.
Ciò significa che, in caso di sintomi intestinali legati a colon irritabile, consigliare di incrementare il consumo di porzioni di frutta e verdura o di consumare verdura più fibrosa nel tentativo di convergere verso l’eliminazione dei metaboliti degli estrogeni, diventa controproducente per i sintomi a livello intestinale.
Molti studi ci dicono, inoltre, che il consumo di glutine e dei latticini possono esacerbare il dolore relativo ad endometriosi e la risposta intestinale da colon irritabile (il problema del colon irritabile è dovuto principalmente al lattosio per cui se la pazienta lamenta solo dolore da colon irritabile e non dal pavimento pelvico può comunque assumere latticini stagionati o yogurt bianco a lunga fermentazione.
Alcune pazienti possono avere un beneficio in termini di alvo con il caffè anche se la caffeina va ad irritare eccessivamente l’intestino e quindi andrebbe a peggiorare il quadro generale. Ci sono cibi altamente irritanti a livello intestinale che andrebbero ridotti o eliminati nel momento in cui c’è un acuto del problema (in particolare frutta secca, arachidi, cioccolato fondente, caffè e alimenti molto ricchi di sale (soprattutto se presente stitichezza poichè disidraterebbero le feci).
I focus di una dieta per endometriosi semplice, non correlata a stanchezza cronica o a colon irritabile, si basano quindi sul consumo di farine e carboidrati senza glutine (patate, farina di riso, farina di castagne, quinoa, riso) e sull’eliminazione di latticini e soia, fonte di fitoestrogeni. L’alimentazione dovrebbe essere più ricca al mattino e più povera andando verso sera, per permettere di gestire meglio eventuali complicanze legate all’endometriosi, soprattutto se l’endometriosi è correlata a fibromialgia e quindi si possono avere difficoltà digestive anche importanti.
E’ importante, inoltre, che gli alimenti siano ricchi di materie prime fresche e di buona qualità, con un alto profilo di antiossidanti (in particolare quercetina, flavonoidi e vitamine del gruppo B). Infine, ma non per questo meno importante, occorre anche prediligere metodi di cottura che liberino il più possibile i minerali, diminuendo la presenza di antinutrienti nel cibo: evitare quindi cotture a fuoco alto o cotture che facciano imbibire eccessivamente l’alimento di liquidi.
Alimentazione ed Endometriosi. Dott.ssa Simona Lampis Biologa Nutrizionista