Astice alla catalana
L’astice è un crostaceo molto simile all’aragosta, se parliamo di caratteristiche culinarie e nutrizionali. Infatti le loro proprietà sono molto simili: l’astice è un’ottima fonte di proteine e di grassi alleati della nostra salute (gli omega 3). Come ogni altro alimento, ovviamente non bisogna mai eccedere nel suo consumo, per evitare che le sue quantità elevate di colesterolo e sodio possano portare danno alla nostra circolazione, ma è perfetto come alimento da inserire in una dieta variegata. Le preparazioni che vedono come protagonista l’astice sono numerose, anche se la ricetta originale del lobster roll è sicuramente la più nota!
L’astice è uno dei crostacei più pregiati, anche se non raggiunge in qualità l’aragosta. Questo, però, fa sì che il suo costo medio-alto sia inferiore rispetto all’altro, aumentandone il consumo e rendendolo protagonista di molti piatti tipici. Uno di questi è sicuramente l’astice alla catalana, un piatto dalle origini molto particolari.
La storia dell’astice alla catalana
Essendo un piatto tipico della cucina sarda, più precisamente una ricetta diffusasi da Alghero, molti si chiedono da dove abbia origine questo particolare modo di cucinare l’astice. Alcuni autori sostengono che la ricetta sia stata portata in Sardegna dai catalani durante la loro invasione nel XIV secolo. Da qui il soprannome di Barceloneta (piccola Barcellona) della città di Alghero.
Altri invece sostengono che la ricetta sia originaria proprio della Sardegna, e che venne definita “alla catalana” per il semplice fatto che in quel periodo i sardi parlavano appunto catalano. Perciò quando il piatto si diffuse nella nostra penisola, si tramandò questo appellativo per definire che la ricetta era di “coloro che parlano catalano” e non perché venisse dalla terra della Catalogna.
La ricetta originale di Alghero
Inizialmente si utilizzava l’aragosta sarda, considerata a quel tempo il crostaceo di qualità maggiore e sostituita soltanto successivamente dall’astice proprio per il suo prezzo più accessibile. La ricetta originale prevede una bollitura del crostaceo per circa 15-20 minuti, dopo la quale deve essere lasciato a raffreddare. Il passo successivo è l’estrazione della polpa per tagliarla in piccoli pezzi. Mentre si aspetta la bollitura, si può preparare l’insalata di cipolle rosse e pomodori tagliati a fettine, il tipico e originale accompagno di questa preparazione. Una volta pronta l’aragosta, questa dovrà essere spennellato da un’emulsione di olio, sale, pepe nero e limone. La preparazione prevede un riposo di circa 4 o 5 ore del piatto in frigorifero prima di essere servito.
Il piatto dei nostri giorni
Oggi l’astice sostituisce completamente l’aragosta sarda in questa ricetta, sia grazie al suo prezzo più accessibile sia per il suo sapore, che sembrerebbe più marcato rispetto a quello dell’aragosta. Esistono diverse versioni ormai di questo piatto, cucinate in base ai diversi gusti delle persone. C’è chi utilizza cipolle bianche, chi sostituisce il succo di limone con quello di arancia e chi varia nei diversi tipi di pomodoro, in base anche alla disponibilità del prodotto fresco. Oggi il piatto viene solitamente completato con insalata di lattuga e patate, puntando sempre sull’aragosta quando vi è la possibilità economica. Ma su una cosa sono rimasti tutti d’accordo: il piatto va servito freddo, perfetto per essere consumato nelle calde giornate estive.
Astice alla catalana