Coloranti e additivi
Conservare nel tempo gli alimenti, migliorarne l’aspetto e le caratteristiche organolettiche sono tutte prerogative dell’uso degli additivi utilizzati dall’industria alimentare. Tuttavia, è errato pensare che si tratti di una pratica della moderna tecnologia; l’uomo ha la necessità di conservare le proprie derrate alimentare sin dai tempi in cui non c’erano a disposizione tecniche come il congelamento, la surgelazione, la liofilizzazione.
A ciò si è aggiunta, nei tempi più recenti, l’esigenza commerciale di rendere alcuni prodotti di aspetto più invitante. Infatti, il colore è in grado di influenzare notevolmente l’appetibilità di un alimento al punto da essere considerato un indicatore di valori nelle scelte alimentari degli individui.
Tutti gli organi di senso sono sollecitati da stimoli personali, ma questi sono spesso influenzati anche da altri processi antropologici; per esempio, si associa il bianco ai cibi ritenuti dalla cultura popolare sani, come per esempio il latte o lo yogurt. Il colore può influenzare anche la percezione olfattiva: infatti, ci aspettiamo che una bevanda gialla abbia il sapore del limone, quella arancione di arancia e quella rossa di fragola.
I coloranti utilizzati negli alimenti si possono suddividere in quattro categorie:
- Coloranti artificiali (sintetici)
- Coloranti naturali
- Coloranti naturali-identici
- Caramello (caramel colours)
Nel nostro paese, è vietato utilizzare qualsiasi tipo di colorante in alcune categorie di alimenti, come per esempio l’acqua, il caffè, l birra, l’olio, la pasta, il pane, il riso, il pesce, i succhi di frutta, la carne, il cioccolato, il miele, il torrone, lo zucchero e infine il vino; qualora in tali prodotti vi fossero coloranti, vi sarebbe una frode alimentare per mascherare il prodotto nella sua genuinità o perché è alterato.
Non tutti i coloranti, per quanto sia autorizzato il loro utilizzo negli alimenti, sono del tutto innocui; secondo uno studio effettuato su bambini che non manifestavano iperattività per cause diverse, condotto dai ricercatori dell’Università di Southampton in Gran Bretagna e pubblicato sulla rivista Lancet nel 2007, i coloranti artificiali contenuti negli alimenti possono diventare estremamente pericolosi per la salute dei bambini. Alcuni di essi, infatti, sono più sensibili ai cibi trattati e mostrano effetti immediati subito dopo l’ingestione di coloranti. In realtà la tossicità di un additivo è sempre in relazione con la quantità ingerita e dipende anche dall’interferenza creata da altri additivi. Gli effetti sono legati alla quantità e al peso e i bambini consumano sette volte più additivi della “dose giornaliera ammissibile” (ADI).
I ricercatori britannici hanno anche evidenziato che la rimozione di queste sostanze dai cibi è in grado di diminuire l’incidenza di comportamenti iperattivi e di disturbi dell’attenzione nei bambini piccoli. Tutto ciò può tradursi in un ritardo nell’imparare a leggere, ad apprendere perché impedisce, loro malgrado, di essere attenti e di concentrarsi su un argomento.
A partire dal 20 luglio 2010 gli alimenti che contengono i coloranti: E 102 TARTRAZINA, E 104 GIALLO DI CHINOLINA, E110 GIALLO TRAMONTO, E122 CARMOISINA, E 124 PONCEAU 4R, E129 ROSSO ALLURA, devono riportare in etichetta la seguente indicazione aggiuntiva: “può influire negativamente sull’attività e sull’attenzione dei bambini”.
- La Tartrazina è usata in dolci, sciroppi, bibite, conserve, gelati allo zabaione e come colorante in ambito farmaceutico. Può sviluppare reazioni avverse di tipo allergico, come prurito, edema, orticaria, asma e rinite.
- Il Giallo Tramonto può provocare eruzioni cutanee e può causare iperattività nei bambini se associato ai benzoati.
- In Italia è vietato l’utilizzo del Rosso Ponceau, poiché tossico per i reni in alte dosi.
- Il Rosso Allura è utilizzato nelle carne, nei prodotti dolciari, negli aperitivi e nei bitter. È mal tollerato soprattutto dai bambini perché può causare vari disturbi comportamentali.
I coloranti rendono attraenti molti cibi e le principali vittime di questo inganno sono i bambini. Educarli a un consumo consapevole del cibo li aiuta a scegliere alimenti più naturali nella maggior parte della loro alimentazione, limitando il consumo di quelli dai colori più attraenti e artificiali a una piccola percentuale del loro vitto.
Dott.ssa Laura Savoia