Etichetta alimentare, come si legge e cosa deve esserci scritto
La lingua in cui è scritta un’etichetta alimentare deve essere obbligatoriamente quella del paese in cui l’alimento è venduto; in caso contrario, il prodotto non è conforme alla legge.
Tutte le informazioni devono essere poi facilmente visibili, leggibili ed indelebili, senza altri elementi che possano interferire.
Per prima cosa deve esserci il nome commerciale del prodotto e, poiché può essere anche frutto della fantasia, non deve mancare anche la denominazione dell’alimento.
La lista degli ingredienti è un altro tassello obbligatorio delle etichette: tutto quello che viene impiegato nella ricetta di un alimento deve essere indicato in ordine decrescente di quantità impiegata; inoltre devono essere indicati, se presenti, anche fibre, additivi e aromi. Solo i coadiuvanti tecnologi e l’acqua, se evapora e nel prodotto finito è meno del 5%, possono non essere indicati.
Gli allergeni sono ingredienti che devono essere evidenziati con grafica differente, infatti in genere sono indicati in grassetto. Questi sono generalmente proteine che sono innocue per la maggior parte delle persone, ma che in soggetti sensibili sono in grado di determinare reazioni di diversa intensità.
I più comuni allergeni sono: arachidi, cereali contenenti glutine, crostacei, latte, lupini, molluschi, pesce, sedano, sesamo, soia, uova, frutta a guscio, senape, anidride solforosa e solfiti. La frase “può contenere tracce di” vuol dire che l’allergene non è in ricetta, ma è presente nello stabilimento di produzione ed è quindi difficile garantire che non ci siano state contaminazioni derivanti dall’ambiente stesso o da una precedente produzione. Sull’etichetta deve essere indicata anche la percentuale di presenza (calcolata sulla ricetta) dell’ingrediente caratterizzante: per esempio se acquistiamo un biscotto al cioccolato, quest’ultimo è l’ingrediente caratterizzante di cui deve essere indicata la percentuale.
Poi ci possono essere gli ingredienti composti, che sono prodotti costituiti a loro volta da più ingredienti riportati tra parentesi. Inoltre sono anche indicati gli oli e i grassi utilizzati, riportando anche di quale sostanza grassa si tratti e se è idrogenata o no! Ma di acidi grassi saturi, monoinsaturi e polinsaturi, idrogenati o parzialmente idrogenati parleremo in un prossimo post!
Anche eventuali ingredienti OGM (da Organismi Geneticamente Modificati) devono essere riportati nell’elenco degli ingredienti, se presenti per più dello 0,9%.
Importante è anche la tabella con la dichiarazione nutrizionale del prodotto: questo però è un aspetto delle etichette che approfondiremo in un post tutto suo! Inoltre deve essere poi riportata la sede dello stabilimento di produzione e confezionamento, obbligatoria solo per gli alimenti prodotti e venduti in Italia, perché nel resto dell’Unione Europea è per ora un’informazione facoltativa.
Si deve indicare anche l’origine degli ingredienti che compongono un alimento: per i prodotti non trasformati, come i frutti, il luogo di origine o di provenienza è il paese dove il frutto è stato prodotto, mentre per quelli trasformati la provenienza è il luogo dove è avvenuta l’ultima trasformazione.
Negli alimenti confezionati, salvo che per zucchero, sale ed aceto, è presente anche la scadenza, indicata come “da consumare entro:giorno/mese/anno” che si usa quando il prodotto è deperibile, cioè dopo la data indicata il prodotto potrebbe avere caratteristiche tali da non essere sicuro al consumo; in questo caso sono indicate anche le modalità di conservazione.
“Da consumarsi preferibilmente entro giorno/mese/anno” o “da consumarsi preferibilmente entro fine mese/anno” indica invece il termine minimo di conservazione e si usa quando un prodotto non è deperibile, cioè dopo una certa data potrebbero esserci differenze organolettiche ma nessun problema per la salute.
Vicino alla scadenza poi potrebbe essere indicato anche il lotto del prodotto ed è importante per la tracciabilità del prodotto stesso: in genere è una serie alfanumerica (esempio L21118 21:09) che inizia con la L di lotto, poi prosegue con tre numeri che indicano il giorno giuliano di produzione, le ultime due cifre dell’anno di produzione e l’orario di confezionamento.
Se ci sono problemi per la salute, è con questo codice alfanumerico che è possibile rintracciare sul mercato gli alimenti dannosi.
Nel campo dell’etichetta deve essere riportato anche il peso netto e, eventualmente presente un liquido di governo, anche il peso sgocciolato. La “e” accanto al peso significa che il peso dichiarato non è stimato in difetto.
Se il prodotto è deperibile va indicata anche la modalità di conservazione ed eventualmente anche la modalità di utilizzo, tipo “da consumare previa cottura”.
Infine possono essere presenti le istruzioni d’uso qualora l’alimento potrebbe essere impiegato in maniera non opportuna, come la frase “una volta aperto conservare in frigo”.
Nell’Opuscolo del Ministero della Salute scaricabile al link http://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_5_1.jsp?lingua=italiano&id=215 sono riportate le principali cose da sapere sull’ etichetta alimentare!
Etichetta alimentare, come si legge e cosa deve esserci scritto. Dott.ssa Laura Dipasquale Biologa Nutrizionista