Favismo: cosa non mangiare per evitare rischi alla salute
Il favismo, è una condizione genetica caratterizzata da una carenza dell’enzima glucosio-6-fosfato deidrogenasi (G6PD), impone attenzione e precauzioni alimentari per prevenire gravi complicazioni alla propria salute. L’assenza o il basso livello di questo enzima rende i globuli rossi più suscettibili alla distruzione in presenza di certi alimenti, farmaci e sostanze chimiche, provocando episodi di emolisi che possono variare da lievi fino a molto severi. In questo articolo, esploriamo gli alimenti da evitare per chi soffre di favismo, indico anche alcuni riferimenti a studi scientifici per un approccio più informato e sicuro.
Alimenti a Rischio
Fave e prodotti derivati
Le fave rappresentano il maggiore pericolo per le persone che soffrono di favismo. La reazione avversa alle fave, nota anche come favismo, può scatenare crisi emolitiche anche gravi. Uno studio del 2016 pubblicato su “Blood Cells, Molecules, and Diseases” ha evidenziato la relazione diretta tra il consumo di fave e il rischio di emolisi nei pazienti con carenza di G6PD, sottolineando l’importanza di una dieta adeguata¹.
Alimenti ad alto contenuto di solfati
Gli alimenti che contengono solfati possono aumentare lo stress ossidativo sui globuli rossi, aggravando il rischio di emolisi. Questo include alcuni tipi di frutta secca, vini e succhi industriali. La revisione delle etichette alimentari per verificare la presenza di solfati può contribuire in maniera netta a ridurre il rischio.
Precauzioni e consigli
Evitare farmaci e sostanze chimiche nocive
Oltre alla dieta, è cruciale evitare farmaci e sostanze chimiche noti per essere pericolosi per chi soffre di favismo. Antimalarici, alcuni antibiotici e farmaci antifebbrili possono scatenare reazioni severe.
Dieta equilibrata e monitoraggio
Adottare una dieta equilibrata, ricca di nutrienti protettivi come vitamine e antiossidanti, può aiutare a sostenere la salute generale e a minimizzare i rischi di complicanze. Un dietologo può offrire consigli personalizzati per garantire che la dieta sia sicura e soprattutto nutritiva.
Educazione e consapevolezza
La conoscenza della propria condizione e delle precauzioni necessarie è la prima linea di difesa contro le complicazioni del favismo. Educare se stessi e i propri cari può aiutare a prevenire episodi di emolisi accidentale.
Attenzione ai luoghi
Quando si soffre di favismo, fare la spesa e frequentare ambienti dove potrebbero esserci fave o derivati richiede particolare attenzione. È importante leggere attentamente le etichette dei prodotti alimentari, in quanto le fave possono essere presenti in molti prodotti trasformati, anche in quelli meno sospettabili. Ad esempio, alcuni snack salati, farine, e piatti pronti possono contenere farina di fave o estratti di fave.
Quando si visita un ristorante o si partecipa a un evento sociale, è essenziale informare il personale o l’organizzatore della propria condizione, chiedendo dettagli sugli ingredienti utilizzati nelle pietanze. Inoltre, durante la stagione delle fave, è consigliabile evitare luoghi come mercati o festival all’aperto dove potrebbero essere cucinate o vendute fave fresche, per prevenire esposizioni accidentali.
Gli integratori
Un’altra indicazione importante per chi soffre di favismo riguarda l’uso di integratori e prodotti erboristici, molti dei quali potrebbero non dichiarare la presenza di estratti di fave o sostanze potenzialmente nocive. È fondamentale consultare sempre un medico o un farmacista prima di assumere nuovi integratori, verificando la loro composizione e sicurezza.
Conclusione
Il favismo richiede una gestione attenta e informata per evitare alimenti e sostanze che possono scatenare reazioni emolitiche. Evitare fave e prodotti derivati è fondamentale, ma è anche importante considerare altri alimenti e sostanze chimiche potenzialmente pericolosi.
Riferimenti
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"Blood Cells, Molecules, and Diseases", Studio sulle relazioni tra consumo di fave e rischio di emolisi in pazienti con carenza di G6PD, 2016.
Favismo: cosa non mangiare per evitare rischi alla salute. Dott.ssa Veronica Ruspi Biologa Nutrizionista