Infertilità femminile
L’infertilità, al contrario, è definita come l’incapacità di avere una gravidanza dopo 12 mesi di regolari rapporti sessuali non protetti (WHO-ICMART glossary) (fertilità primaria). Se una coppia ha già ha avuto figli e non riesce ad averne altri si parla di infertilità secondaria.
In Italia circa il 15% delle coppie ha problemi di infertilità.
Come può l’alimentazione aiutare in tutto ciò?
In 2 modi.
1. Prevenzione: alimentazione e stili di vita possono aiutare per il mantenimento e/o miglioramento della fertilità, oltre che per la riduzione degli esiti avversi della Gravidanza.
2. Cura dell’infertilità: alimentazione e stili di vita possono migliorare la fertilità in alcune patologie, e sono di supporto nella fecondazione assistita.
Innanzi tutto bisogna parlare di salute preconcezionale, ossia il tempo che intercorre tra il momento in cui la coppia è aperta alla procreazione, e il periodo del concepimento. Si tratta quindi di un periodo non definito né definibile con precisione, che può variare intorno a 6 mesi nelle gravidanze programmate e anche di anni in quelle non programmate.
La donna sia nel periodo preconcezionale, che all’inizio della gravidanza, per evitare esiti avversi della riproduzione dovrebbe, prestare particolare attenzione a:
- Sovrappeso, obesità ed eccessiva magrezza –> Possono essere la causa di infertilità, aborti spontanei, malformazioni, pre-eclampsia, diabete gestazionale, macrosomia, cesareo.
- Alimentazione –> ricca di acidi grassi trans e saturi e povera folati (Vit. B9) (vitamina B9)
- Bevande alcoliche –> sono le responsabili della sindrome Feto- Alcolica, malformazioni facies peculiare, scarso accrescimento, ritardo mentale, disturbi motori, disturbi del comportamento. Anche un uso moderato (5-7 drink per settimana) può causare disturbi cognitivi e del comportamento. Purtroppo non esiste una soglia di sicurezza per il feto, pertanto il consiglio è di non consumare assolutamente alcool in gravidanza e nel periodo preconcenzionale.
Quale può essere la giusta dieta da seguire?
Sicuramente quella mediterranea! In uno studio condotto su 17. 238 donne e 10. 589 uomini non obesi di età compresa tra i 29–65 anni, misurando il peso all’inizio dello studio e dopo 3 anni, si è visto che i soggetti che aderivano a questo tipo di dieta non andavano incontro né ad un aumento di peso e né ad obesità. Anche per le donne che si sottopongono a fecondazione assistita l’unico pattern dietetico che può aumentare la probabilità di riuscita della tecnica è quello di tipo mediterraneo.
Un altra giusta raccomandazione è quella dei folati. L’acido folico è di fondamentale importanza nella prevenzione dei difetti del tubo neurale. Dagli anni ’80 numerosi studi iniziarono a dimostrare che la supplementazione con acido folico nel periodo preconcezionale è in grado di ridurre l’incidenza di alcuni difetti congeniti come quelli del tubo neurale.
L’assunzione di acido folico riduce il rischio di spina bifida, difetti cardiaci, labioschisi, autismo, basso peso neonatale ed alcuni tumori infantili.
Un deficit di questa vitamina potrebbe causare inoltre iperomocisteinemia, altro fattore di il rischio di infertilità. Studi dimostrano che alte concentrazioni di omocisteina nel liquido follicolare riducono la possibilità di successo della fecondazione assistita.
Si tratta di un momento molto delicato e particolare per la donna, pertanto non affidatevi a diete fai da te e non diventate tuttologhe del web, ma andate da persone che siano professionisti del campo soprattutto per l’infertilità femminile e che vi ispirino fiducia!
(Laurence et al., 1981; MRC, 1991, Kirke, 1992; Czeizel & Dudas, 1994; Berry et al., 1999) (Lumely et al., 2001).
Infertilità femminile ed alimentazione, la loro correlazione. Dott.ssa Veronica Ruspi Biologa Nutrizionista