Ipertensione
Una sana alimentazione, un regolare esercizio fisico e norme comportamentali corrette, oltre a poter rappresentare un’alternativa terapeutica ottimale, sono di fondamentale importanza per la buona riuscita di qualsiasi tipo di terapia.
L’ipertensione è parte di una malattia ma può rappresentare essa stessa una malattia nel momento in cui viene trascurata e sottovalutata. Le complicanze dell’ipertensione arteriosa possono, infatti, manifestarsi in diverse aree dell’organismo: a livello cerebrovascolare (attacco ischemico transitorio [TIA], ictus cerebrale), cardiaco (angina pectoris, infarto del miocardio, scompenso cardiaco), vascolare periferico (arteriopatia occlusiva, aneurisma), renale ecc.
Seguire una alimentazione sana, bilanciata, varia, con un ridotto apporto di sale e di alimenti ricchi di sodio è un passo importante. Si è visto che il consumo eccessivo di sale può contribuire allo sviluppo di ipertensione resistente. Il normale introito di sale è tra i 9 e i 12 g/die in molti paesi del mondo. È stato dimostrato che una riduzione di circa 5 g/die ha un modesto (1-2 mmHg) effetto nel ridurre la PAS nei soggetti normotesi mentre risulta più pronunciato (4-5 mmHg) nei soggetti ipertesi. Un’assunzione giornaliera di 5-6 g di sale è quindi raccomandata nella popolazione generale. Inoltre è raccomandato ai pazienti ipertesi di sesso maschile di ridurre l’assunzione di alcool a non più di 20-30 g. Nel caso delle donne ipertese non più di 10-20 g di alcool/die. Il consumo di alcool non dovrebbe eccedere di 140g alla settimana per gli uomini e 80 g per le donne.
E’ consigliato inoltre di ridurre l’apporto di grassi, soprattutto quelli di origine animale, aumentando quello di vegetali, come frutta e verdura, cereali ricchi in fibre ecc. Controllare il peso è fondamentale. Nei soggetti normotesi l’aumento del peso è associato ad un aumento della pressione arteriosa, mentre nei soggetti obesi ipertesi la perdita di peso porta ad una riduzione della pressione stessa o, nel caso siano sottoposti a trattamento, rende possibile la riduzione o l’abolizione di quest’ultimo. Inoltre un consiglio fondamentale è quello di praticare un esercizio fisico regolare.
Studi epidemiologici suggeriscono che l’esercizio fisico regolare di tipo aerobico possa essere benefico sia per la prevenzione che per il trattamento dell’ipertensione, per ridurre il rischio cardiovascolare e per diminuire la mortalità. Da studi approfonditi condotti su centinaia di volontari è emerso che il programma alimentare “Dash” contribuisce a ridurre la pressione arteriosa sistolica di circa 6 mmHg e quella diastolica di circa 3 mmHg, dopo appena 2 settimane dall’inizio del nuovo regime dietetico. La parola DASH è l’acronimo di Dietary Approaches to Stop Hypertension ossia di approcci dietetici per fermare l’ipertensione. Essa, in realtà, è molto simile alla dieta mediterranea e si basa su un elevato apporto di cereali integrali, pesce, frutta e verdura.
La riduzione del NaCl (sale da cucina) a 2,3 g al giorno, va di pari passo all’aumento del consumo di frutta, verdure e cereali che favoriscono l’ingresso nel nostro corpo di potassio e di fibre, utili per l’abbassamento della pressione. Per molti anni alimentazione e ipertensione arteriosa sono state tenute in relazione soltanto dalla famosa dieta iposodica; una dieta che, oltre ad essere ipocalorica, era caratterizzata da alimenti con basso contenuto di sodio. Il contributo innovativo dato da questo studio, consiste nell’avvicinare alla dieta iposodica una precisa variabilità e scelta degli alimenti per il loro contenuto in antiossidanti. Ad esempio: Vitamina C, Vitamina E, Selenio, da studi sperimentali, sono risultati capaci di migliorare l’efficacia dell’Ossido Nitrico; un gas prodotto dall’endotelio, cioè da quello strato di cellule che rivestono la superficie interna di ogni vaso sanguigno.
Alla luce di quanto emerge quindi, la sana alimentazione e lo stretto binomio tra “alimentazione e buona salute” rimane lo strumento vincente. L’alimentazione è uno dei fattori che maggiormente incidono sullo sviluppo, sul rendimento e sulla produttività delle persone, sulla qualità della vita e sulle condizioni psico-fisiche con cui si affronta l’invecchiamento.
Ipertensione, inizia a curarla a tavola. Dott.ssa Francesca Finelli – Biologa Nutrizionista