L’asse microbiota-intestino-cervello: un equilibrio complicato.

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L’asse microbiota-intestino-cervello

Con il termine “microbiota”, si intende una folta popolazione di microrganismi che alberga all’interno e sulla superficie del nostro corpo. Questo ecosistema comprende una vasta ecologia di: batteri, lieviti, parassiti, virus e protozoi. Questi microrganismi, non solo ospitano passivamente l’organismo, ma stabiliscono un’intima e reciproca relazione simbiotica con esso.

I principali siti di colonizzazione microbica del corpo umano sono: la pelle, le vie respiratorie, il tratto urogenitale, gli occhi e soprattutto, il tratto gastrointestinale, dove risiede la maggior parte di questi co-abitanti microbici.

Diversi sono i fattori che, nel corso della vita dell’individuo, possono influenzare la composizione e la diversità del profilo del microbiota intestinale.

Elia Metchnikoff, biologo e immunologo russo, suggerì che la maggior parte delle patologie ha origine nel tratto gastrointestinale, specie quando i batteri “buoni”, non sono più in grado di controllare l’attività dei batteri “cattivi”. Al contrario, un microbiota intestinale in stato eubiotico è caratterizzato da una preponderanza di specie potenzialmente benefiche, in grado di mantenere una condizione di equilibrio.

Alcune specie batteriche, in particolare, sono in grado di interagire con il microbiota dell’ospite e dell’epitelio intestinale esercitando una vasta gamma di effetti positivi sulla salute dell’ospite, migliorando le funzioni metaboliche, l’immunità e la funzione endocrina. Questi microrganismi sono detti probiotici (batteri vivi) e se ingeriti in quantità adeguate conferiscono effetti benefici sulla salute dell’organismo.

I substrati selettivamente utilizzati dai microrganismi probiotici sono i prebiotici, ovvero fibre come l’inulina, i frutto-oligosaccaridi, i galatto-oligosaccaridi e l’amido resistente, che non vengono assorbiti nel piccolo intestino e vengono selettivamente fermentati dai microbi intestinali, migliorando lo stato microbico intestinale in modo globale. Le tipiche fonti alimentari di prebiotici includono frutta e verdura come asparagi, porri, banane, cicoria e cereali come avena e grano. 

l microbiota che colonizza il tratto gastrointestinale è in grado di esercitare una forte influenza sulla funzione cerebrale, ma viene a sua volta influenzato da questo, creando un continuo legame che prende il nome di asse microbiota-intestino-cervello.

Il cibo ingerito dall’ospite contiene sia i substrati necessari per la produzione di sostanze neurochimiche da parte dell’ospite e del microbiota, sia componenti neuroattivi completamente funzionali. le sostanze neurochimiche prodotte dal microbiota intestinale hanno due vie attraverso le quali influenzare la salute dell’ospite: essere assorbite tramite la circolazione portale; interagire direttamente con i recettori del sistemo nervoso enterico che si sviluppa lungo la mucosa del tratto gastrointestinale.

Il risultato di entrambe queste vie, dal punto di vista cerebrale, si traduce in un’alterazione del comportamento e/o della cognigizione, così come delle preferenze alimentari e dell’appetito.

Pertanto, la dieta gioca un ruolo determinante nell’influenza del profilo e della composizione del microbiota intestinale.  In particolare, il consumo di una dieta mediterranea è associato sia ad uno specifico profilo microbico intestinale che ad una serie di effetti benefici sulla salute.

In generale, i batteri intestinali sono in grado di cambiare la capacità dell’ospite di assorbire specifici nutrienti dalla dieta.Di conseguenza, l’alterazione della disponibilità di nutrienti per l’ospite può avere un impatto sulle funzioni del cervello e il comportamento.

 

Risulta evidente che le diete occidentali, ricche di alimenti trasformati e di zucchero e a basso contenuto di alimenti vegetali, possono portare alla perdita di diversità microbica così come alla riduzione di importanti microbi benefici e all’aumento di patogeni opportunistici, con conseguenze di vasta portata per la salute umana.

Poiché i nutrienti possono non solo influenzare gli aspetti metabolici dell’organismo, ma anche attivare cascate di risposte che influenzano l’integrità neuronale e il comportamento, le interazioni dieta-microbiota rappresentano un argomento di ricerca fondamentale per comprendere l’effetto del microbiota sul comportamento.

Fonte: foodhubmagazine 

 

L’asse microbiota-intestino-cervello: un equilibrio complicato. Dott.ssa Mariarosaria Pepe Biologa Nutrizionista

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