I semi di lino, che tornano oggi sempre più spesso sulle nostre tavole, sono in realtà molto antichi. Questi semi derivano da una pianta erbacea, Linum usitatissimum, che è stata una delle prime ad essere coltivata nell’antichità.
Fino a non molto tempo fa, la pianta del lino veniva coltivata non solo a scopo alimentare, ma soprattutto per l’utilizzo delle sue fibre nella produzione di tessuti e carta. Oggi, con la crisi dei tessuti di origine naturale, il lino è però rifiorito nella nostra dieta grazie ai semi. E questo è un bene, tenendo conto dei benefici che questi semi oleosi apportano, in quanto veri concentrati di sostanze nutritive.
L’azione benefica dei semi di lino si rivolge soprattutto verso l’intestino e l’apparato circolatorio. In particolare, le fibre e le mucillagini che li caratterizzano hanno un ottimo potere lassativo e svolgono una azione protettiva nei confronti del nostro intestino e vengono quindi spesso utilizzati in caso di stipsi, quando si vuole evitare l’utilizzo di farmaci.
Per quanto riguarda l’azione sull’apparato circolatorio, i semi di lino risultano molto ricchi di potassio, un minerale chiave per il controllo della pressione cardiaca, e di acidi grassi Omega 3, importanti nel controllo dei livelli di colesterolo.
Infine, il lino è anche molto utilizzato nel settore estetico: la sua ricchezza in sostanze antiossidanti e vitamine del gruppo B lo rendono infatti un toccasana per capelli e pelle. In quest’ambito è molto utilizzato l’olio di semi di lino, con cui fare degli impacchi per rendere lucidi e sani i capelli sfibrati o crespi, o in caso di forfora. Data la sua ricchezza in acido-alfa-linoleico, quest’olio è inoltre molto indicato come antirughe naturale.
Quanto e come?
La dose giornaliera dei semi di lino nella nostra dieta è di circa 1-2 cucchiai. Come per i semi di chia, anche quelli di lino hanno una parte esterna piuttosto resistente, che non permette alle sostanze nutritive all’interno di uscire. Per questo motivo, se il nostro intento è quello di assimilare tali sostanze, è bene macinare i semi e consumarli a crudo per arricchire yogurt, macedonie, cereali, insalate.
Se invece ci interessa l’azione meccanica delle loro fibre a livello intestinale, dobbiamo rivolgerci alle loro mucillagini. In questo caso basterà lasciare i semi in ammollo per qualche ora in un liquido (acqua, succo di frutta, ma anche latte e kefir).
Quando vanno evitati?
I semi di lino sono sconsigliati quando l’intestino non tollera troppe fibre, che in soggetti predisposti possono causare dolori intestinali e gonfiore, e in caso di sensibilità individuale. E come per tutti gli alimenti ricchi di fibre, è bene ricordare che possono interferire con la concomitante assunzione di farmaci.
Semi di lino: perchè consumarli