Le uova più economiche sono quelle provenienti da allevamenti in batteria, in cui le galline vivono in gabbia, hanno cibo e acqua in vaschette e sono stimolate a produrre uova tutto l’anno, in condizioni di luce e temperature che però falsano il loro ciclo biologico.
Spendendo un po’ di più si possono acquistare uova da galline allevate a terra, che sono allevate all’interno di capannoni, ma con illuminazione artificiale.
Migliori sono le uova da galline allevate all’aperto, in terreni recintati e attrezzati con abbeveratoi e mangiatoie.
In caso di allevamento biologico delle galline ovaiole la normativa prevede che si utilizzino mangimi privi di OGM e che siano allevate all’aperto.
Le uova fresche devono essere confezionate entro tre giorni dalla deposizione e vendute entro sette giorni. La data consigliata per il consumo è in genere di un mese dalla deposizione. Le uova vendute nella grande distribuzione devono riportare sul guscio l’identificativo costituito da numeri e lettere che indicano tipologia di allevamento, comune, provincia e stato di provenienza, numero dell’allevamento e data di deposizione.
Gli allevamenti famigliari con meno di 50 galline ovaiole non sono tenute ad utilizzare il codice identificativo.
Non è vero che le uova sono di difficile digestione, perché infatti se consideriamo il tempo di svuotamento dello stomaco è di circa tre ore per due uova sode, allo stesso modo di quello che occorre per una normale porzione di carne.
Piuttosto è importante, quando si cucinano le uova, non cuocerle troppo a lungo o eccedere nei condimenti grassi: sono questi infatti che in generale influenzano la digeribilità delle pietanze!
Le uova contengono molte sostanze utili al corretto funzionamento del fegato e con azione protettiva nei riguardi delle cellule epatiche, come i fosfolipidi (che sono costituenti essenziali di tutte le membrane cellulari), la colina (coinvolta in molte reazioni del metabolismo) e la metionina (uno degli aminoacidi essenziali, che l’uomo non è in grado di sintetizzare e deve assumere con l’alimentazione e una cui carenza può portare a problematiche epatiche).
Per cui consumare le uova secondo le indicazioni delle Linee Guida, quindi con una frequenza di un uovo da due a quattro volte la settimana, è possibile senza problemi particolari.
Le uniche cautele devono essere seguite dalle persone con problemi di calcoli alla colecisti o infiammazioni delle vie biliari, che, in generale, devono consumare con parsimonia e attenzione gli alimenti contenenti buone dosi di grassi.
Uova, qualche curiosità! Dott.ssa Laura Dipasquale Biologa Nutrizionista