Voglia di cioccolato
ORIGINE E CENNI STORICI
Sebbene l’esatta origine del cacao sia oggetto di discussione, in quanto contesa tra Brasile, Venezuela e America centrale, di sicuro i maya, gli aztechi e gli olmec facevano uso dei semi di cacao già 5000 anni prima che arrivasse in Europa seguito la scoperta delle Americhe ad opera d Colombo. L’albero del cacao, Theobroma Cacao esiste in 3 varietà:
– il Forastero, il più diffuso;
– il Criollo, il più raro ed apprezzato;
-il Trinitario, un incrocio tra i precedenti due.
INGREDIENTI
Gli ingredienti principali del cioccolato sono zuccheri e grassi, quest’ultimi derivanti esclusivamente dal burro di cacao nella versione fondente, e da burro di cacao e latte nel “cioccolato a latte”. Si aggiungono poi gli ingredienti secondari, come lecitine (soia o girasole) e aroma di vaniglia. In commercio poi abbiamo ricette con aggiunta di frutta in guscio, frutta disidratata e spezie. Il cioccolato bianco non contiene cacao, ma solo zucchero, burro di cacao e latte, più gli ingredienti secondari. Il cioccolato bianco e quello a latte contengono colesterolo, il fondente no.
CIOCCOLATO COME INTEGRATORE: PROPRIETA’ E BENEFICI
Il cioccolato è una buona fonte di ferro, magnesio (da 150 a 500mg) e di calcio nella variante a latte.
Quasi un integratore “naturale” per sportivi e nei periodi premestruali.
Contiene flavonoidi antiossidanti, che prevengono l’aggregazione delle piastrine e conseguente formazione di emboli, svolgendo un ruolo molto simile a quello di una bassa dose di aspirina. Il loro contenuto inoltre ne consente una lunga preservazione: può essere conservato per anni, nella versione fondente.
Il cioccolato contiene anche piccole quantità di steroli vegetali (sistosterolo, stigmasterolo), che a livello intestinale competono con il colesterolo nell’assorbimento (azione ipocolesterolemizzante).
I suoi grassi, sebbene saturi, non innalzano il colesterolo come quelli contenuti in carne, e formaggi.
Fornisce, infine, quantità significative di arginina, un amminoacido necessario per la produzione di ossido nitrico, che allieva le infiammazioni, mediante vasodilatazione.
CIOCCOLATO COME UNA DROGA?
Sin dalla seconda guerra mondiale il cioccolato è stato usato come anti-depressivo dagli USA per tenere alto l’umore dei soldati sulle navi, predisponendo che vi fosse spazio in stiva fra le scorte alimentari. (Mio nonno, classe 1928, ricorda ancora quando i soldati americani ne distribuivano anche alla popolazione). Anche gli astronauti della NASA avevano cioccolato tra le loro scorte.
L’azione del cioccolato sull’umore è dovuta al contenuto nella sua componente in cacao di sostanze ad azione farmacologica come le ammine biogene (tiramina, feniletilamina (PEA)). La PEA è un neurotrasmettitore rilasciato nei momenti di euforia emotiva (compresi quelli amorosi!), per questo spesso il cioccolato è considerato come afrodisiaco.
Vi sono però altri cibi, persino più ricchi in PEA, come cheddar, salame e aringhe in salamoia, ma ne avete mai sentito parlare come cibi afrodisiaci?
Il cioccolato, infatti, contiene in più anche caffeina e teobrominache agiscono sull’umore, sia dal punto di vista energetico che nelle sensazioni di pacere, e sostanze che sul nostro cervello hanno lo stesso effetto della marijuana, la cui sostanza attiva è il THC (TETRAHIDROCANNABINOLO), per il quale le cellule del cervello hanno specifici recettori.
A questi recettori si lega pure una lipoproteina endogena (prodotta dal ns. organismo) definita ANANDAMIDE (o arachidonoiletanolammide). La parola anandamide significa proprio “benessere interiore”. Il cioccolato contiene una sostanza molto simile all’anandamide, e questo spiega perché il suo consumo ci dà piacere, ci rende meno ansiosi e più rilassati. La sostanza contenuta nel cioccolato, si scompone meno velocemente di quella endogena, quindi il suo effetto e più duraturo.
Riassumendo possiamo dire che il cioccolato ha quasi lo stesso effetto dei cannabinoidi contenuti in Canapa, marijuana e hashish, agendo sulle aree del cervello del sistema ricompensa (o centri del piacere), che inducono a ricercare le stesse sensazioni che ci hanno fatto stare bene. Questo spiega perché abbiamo voglia di cioccolato, tanto da esserne in alcuni casi dipendenti.
Esiste anche il cioccolatismo, uno stato patologico in cui si ha uno stimolo continuo nell’assumere cioccolato per sentirsi meglio.
ALT ! Prima di autodiagnosticarvi il cioccolatismo sappiate che:
– Dovete mangiare 12 barrette a settimana
– Consumarlo 6 giorni a settimana
– Essere affetti da altre forme di disturbi della condotta alimentare.
CONTROINDICAZIONI
In alcune persone il cioccolato può aumentare ansia e nervosismo, per il contenuto in metilxantine (caffeina e teobromina).
Inoltre potrebbe essere causa di allergie, e nelle persone predisposte, così come i formaggi stagionati e vini rossi, può causare mal di testa dovuto a vasodilatazione (dilatazione dei vasi sanguigni), per il suo contenuto in arginina e amine vasoattive.
Il cioccolato, specialmente la versione fondente, contiene anche acido ossalico, composto in grado di legarsi al calcio e provocare calcoli renali, in chi è predisposto. Quindi consiglio a chi già soffre di calcoli renali di limitare il consumo del cioccolato alla versione a latte (che contenendo calcio, impedisce la formazione dei calcoli renali, perché lega gli ossalati, saturandoli, già a livello intestinale).
Il cioccolato, inoltre, per il suo contenuto di arginina, deve essere evitato da chi ha infezioni da herpes in corso o è soggetto a frequenti ricadute.
L’arginina è un amminoacido necessario alla riproduzione del virus dell’herpes.
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Voglia di cioccolato? Dott.ssa Vincenza Castiglia Biologa Nutrizionista